Don Francesco Montenegro durante i festeggiamenti per San Calogero, il Santo nero patrono della città: “Tutti, al di là del colore della pelle, apparteniamo alla famiglia di Dio. Pericolosa direzione di Italia e UE, la Chiesa non può non intervenire”
L’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro, nella sua omelia per i festeggiamenti di San Calogero, il santo “nero” compatrono della Città, ha parlato di “pericolosa direzione che sta prendendo la nostra nazione e l’Europa”. “La Chiesa – ha aggiunto – non può non intervenire sui fatti che offendono la vita e la dignità dell’uomo, soprattutto oggi in cui tanta è la confusione sull’immigrazione, sulla famiglia, sulla povertà, sul sociale”. “La fede deve incidere, altrimenti potrebbe non essere fede, – ha tuonato il presule – sul modo di vivere dei credenti riguardo al rispetto di sé e degli altri”. E ancora: “lo scopo fondamentale della vita dei cristiani è l’amore ‘fraterno’. Probabilmente a noi sfugge l’importanza del termine ‘fraterno’. A noi basta sentirci amici, Gesù invece chiede molto di più. Lui è morto per farci fratelli. L’amico si può scegliere o rifiutare, il fratello, di sangue o di fede, non si può non accoglierlo”. Secondo il cardinale Montenegro “tutti, nonostante il colore della pelle, apparteniamo all’unica famiglia di Dio. È L’amore fraterno – ha aggiunto – che annulla ogni differenza, ogni distanza e ogni solitudine”. E infine: “L’ospitalità del forestiero più che una cortesia o un dovere è un valore sacro. È Il gesto che trasforma l’ostilità in accoglienza, la diffidenza in condivisione, i problemi in opportunità, il lontano in vicino. C’è da pregare tanto perché la convivialità e l’accoglienza diventino cultura e buona politica”.